Un bel giorno, la corte reale annunciò che la principessa stava cercando uno sposo. Avrebbe sposato il pretendente in grado di farla ridere più di chiunque altro. La voce si diffuse rapidamente come un incendio per tutto il paese, raggiungendo anche un piccolo villaggio lontano, in cui vivevano due fratelli.
Entrambi decisero immediatamente che avrebbero tentato di conquistare il cuore della principessa. Erano tutti e due molto intelligenti e colti. Si consideravano estremamente istruiti e beneducati. Uno parlava latino come fosse la sua lingua madre, era intenzionato a diventare medico ed era abile come nessun altro nell’arte dell’intaglio. Era capace di ricavare immagini quasi realistiche dal legno dei cipressi.
Anche l’altro parlava bene sia il latino che la sua lingua, era deciso a esercitare la professione di avvocato e aveva studiato con vera passione le opere dei filosofi di tutto il mondo. Poteva citare senza difficoltà le più grandi menti mai esistite e conosceva una frase adatta per ogni evenienza.
In presenza del padre, i fratelli discussero furiosamente su chi dei due avrebbe conquistato il cuore della principessa. Il genitore si stancò di ascoltare i loro battibecchi, così sellò due cavalli e disse loro di andare a tentare la sorte. Erano già montati sulle cavalcature e stavano fissando l’ultimo dei bagagli quando, all’improvviso, si presentò il loro fratello più piccolo.
Nessuno aveva proprio pensato di prenderlo in considerazione, dato che non era neanche lontanamente intelligente come i suoi due fratelli. In effetti, tutti lo chiamavano Giovanni il Sempliciotto. A lui non dispiaceva poi tanto e si godeva la sua vita.
“Dove andate, conciati così?” chiese Giovanni, guardando l’uno e l’altro dei suoi fratelli, che indossavano i vestiti della domenica, con tanto di piume e tutto il resto.
“Non hai sentito il bando reale? Tutto il paese ne…