I tre porcellini

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Questa è la famosa favola su tre porcellini giocherelloni che decidono di costruire ciascuno la propria casa in riva al fiume. I due porcellini più piccoli non ne hanno alcuna voglia e desiderano portare a termine il lavoro il più presto possibile. Il lupo affamato, però, trae profitto dalla loro pigrizia.
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I tre porcellini
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C'erano una volta tre maialini di nome Timmy, Tommy e Gimmy. Il più grande e quello con più esperienza degli altri era Gimmy. I suoi genitori gli avevano insegnato a badare ai fratellini più piccoli, che giocavano spensieratamente tutto il giorno nel prato. Anche a Gimmy piaceva giocare, naturalmente, ma a volte doveva svolgere anche compiti da grande.

Fin da piccolo, Gimmy aveva una macchia nera intorno all'occhio sinistro. Tommy e Timmy lo prendevano sempre in giro: gli chiedevano se avesse dimenticato di lavarsi al mattino, perché l'occhio sembrava sporco. Gimmy si arrabbiava ogni volta, perché in realtà faceva molta attenzione per lavarsi bene ed essere un buon esempio per i suoi fratelli più piccoli.

Gimmy era anche molto saggio e amava dare lezioni ai suoi fratelli che, però, le odiavano. Così, ogni volta che non avevano voglia di ascoltare le sue prediche, si mettevano a ridacchiare e a indicare la macchia di Gimmy. Questo di solito scatenava un concitato inseguimento, proprio secondo i piani di Timmy e Tommy. Gimmy era più pesante dei fratelli più piccoli che, quindi, riuscivano a correre più velocemente e lo sentivano ansimare dietro di loro, mentre li inseguiva.

Tommy, il fratello di mezzo, era un po' birichino. Gli piaceva inventare giochi e cacciarsi in avventure in cui trascinare Timmy. Odiava le faccende domestiche e non gli piaceva molto imparare cose nuove, per cui spesso si chiedeva se dovesse per forza diventare grande. Aveva difficoltà ad ascoltare il fratello maggiore o i genitori. Spesso questi non sapevano come comportarsi con lui. Tommy era consapevole del fatto che avrebbe dovuto ascoltare gli adulti e ubbidire, ma una nuova avventura era sempre un’occasione troppo bella per lasciarsela sfuggire!

Timmy, il più giovane, non era migliore di Tommy. Le cose che più amava fare erano prendere il sole pigramente sull'erba, fischiettare la sua canzone preferita e guardare le nuvole che si rincorrevano nel cielo. Gli piaceva molto giocare a nascondino, ma i suoi genitori glielo avevano vietato da tempo perché Timmy, per sbaglio, si avvicinava sempre al bosco dove viveva un grande lupo affamato. Avevano dovuto salvare Timmy dal lupo cattivo così tante volte che un giorno i genitori avevano semplicemente dichiarato che non gli era più permesso giocare a nascondino.

Il lupo era molto astuto. Passava le giornate a escogitare nuovi modi per catturare i porcellini. Gli veniva l'acquolina in bocca quando immaginava le deliziose cene che avrebbe potuto preparare. Il pastore, che viveva lungo la strada, aveva già dato al lupo qualche bella lezione. Come quella volta in cui il lupo aveva cercato di catturare una pecora nell'ovile, che si trovava proprio accanto della capanna del pastore. Quando le pecore avevano avvertito il pericolo, avevano preso tutte a belare il più forte possibile per svegliarlo.

Con il passare del tempo, Timmy, Tommy e Gimmy crebbero. La casa di famiglia cominciava a essere stretta, così un bel giorno i genitori dissero loro che era arrivato il momento di trasferirsi tutti e tre in una casa propria, da adulti.

“Siete tutti grandi abbastanza”, disse il padre. “È ora che costruiate le vostre case”.

Il maggiore, Gimmy, fece un cenno di assenso e non perse tempo. Ponderò bene tutti i dettagli, fece piani e si preparò, proprio come gli avevano insegnato i suoi genitori. “Porta a termine come si deve ogni lavoro che dovrai fare”, gli avevano sempre detto. Decise che sarebbe stato più responsabile costruirsi una casa di mattoni, anche se era più difficile e richiedeva più tempo. Decise di costruirla sul prato e, quando iniziò la costruzione, nel bosco intero riecheggiarono i colpi e gli urti che provenivano dal suo cantiere.

Timmy e Tommy, invece, non se la sentivano di impegnarsi così tanto nella costruzione delle loro case, perché non avrebbero più avuto tempo per divertirsi!

Tommy, il fratello di mezzo, decise di costruirsi una casa di legno. Ce n’era abbastanza nel bosco, pensò, e non avrebbe dovuto lavorarci troppo.

Il fratello minore, Timmy, era ancora più pigro e decise di costruire una casetta di paglia. Pianificare o pensare troppo non faceva per lui, così Timmy si limitò a prendere alcuni ramoscelli secchi trovati nel bosco e a puntellarli. Poi prese un po' di paglia dal terreno e la gettò sopra i bastoni. Era abbastanza orgoglioso della sua casa, perché il lavoro era stato facile e la casa era stata finita in poco tempo.

Quando Tommy vide che Timmy aveva finito la sua casa, gridò: “Aspetta un secondo, Timmy! Devo solo mettere una porta e poi potrò venirti a trovare e ci metteremo a giocare, finalmente!”. Tommy piantò alcuni chiodi per tenere la porta, che resistette, anche se era storta e produceva orribili suoni stridenti ogni volta che la apriva e la chiudeva.

Mentre Timmy e Tommy giocavano nel prato, Gimmy stava per finire di costruire la sua casa di mattoni. I fratelli lo prendevano continuamente in giro e cercavano di convincerlo ad andare a giocare con loro.

“Perché la tua casa deve essere addirittura di mattoni?”, chiese Tommy.

“Perché non vieni a giocare? Non hai bisogno di lavorare così tanto!”, gridò Timmy dall'altra parte del prato.

Ma Gimmy non si lasciò distrarre! Voleva una bella casa di mattoni ed era disposto a lavorare sodo per ottenerla.

Dopo un po', la casa di Gimmy fu finalmente pronta e lui andò a giocare con i suoi fratelli nel prato. Non avevano idea che il lupo cattivo li stesse osservando. Il lupo non osava avvicinarsi alle pecore della capanna del pastore, perché era ancora dolorante per l'ultima volta che il pastore lo aveva bastonato, ma aveva fame e non ne poteva più di mangiare mirtilli. Mentre guardava quei paffuti maialini correre su e giù, gli venne l'acquolina in bocca. All'improvviso, uscì dal bosco con uno scatto veloce, e puntò dritto verso di loro! I maialini corsero subito a nascondersi nelle loro case. Timmy si tuffò nella sua capanna di paglia, spaventato, e un attimo dopo il lupo arrivò fiutando rumorosamente: Timmy poteva sentirlo distintamente. Poi sentì che il lupo faceva un respiro molto profondo e che soffiava molto forte sulla sua casetta di paglia. La paglia volò in tutte le direzioni, lasciando dietro di sé solo la struttura di legno della casa.

“Ti ho beccato! Ah ah! Non puoi sfuggirmi!”, gridò il lupo, allegro.

Timmy, però, non aspettò che il lupo lo afferrasse. Si mise a correre, invece, il più velocemente possibile verso la casa di Tommy.

“Forza, sbrigati!” gridò Tommy dall'ingresso.

Timmy ce la fece per un pelo e, insieme a Tommy, sbatté la porta della casa di legno appena in tempo. Il lupo girò intorno alla casa per un po', cercando di trovare un modo per entrare. Il suo stomaco brontolava rumorosamente per la fame, mentre immaginava i maialini nel suo piatto.

Prese un respiro profondo e soffiò molto forte sulla casa di legno. Ma la casa non si mosse.

I maialini tirarono un sospiro di sollievo e gridarono al lupo: “Vattene! Non puoi prenderci! Questa casa è robusta e non cadrà, non importa quanto tu possa soffiare!”.

Non passò molto tempo prima che il lupo notasse che la porta era storta. Si reggeva a malapena sui cardini! Tommy aveva fatto un pessimo lavoro nell’attaccarla e i chiodi su cui poggiava non erano nemmeno ben piantati! Il lupo corse verso la porta e bang! La porta andò in frantumi.

“Vi ho beccati! Questa volta non mi sfuggirete!”, gridò il lupo.

Timmy e Tommy scapparono via correndo il più velocemente possibile verso la casa di Gimmy.

“Aiutaci! Salvaci!” gridarono. Gimmy li stava già guardando preoccupato dalla finestra della sua casa di mattoni.

“Forza, sbrigatevi!”, gridò.

Timmy e Tommy arrivarono appena in tempo e sbatterono subito la porta. Timmy la chiuse a chiave e sbirciò dalla finestra. Ancora una volta, il lupo girò intorno alla casa. Aveva una gran voglia di entrare perché stava morendo di fame: quasi non ci vedeva più dalla tanta che aveva. Il lupo inspirò tutta l’aria che poté e soffiò contro la casa di mattoni. Ma la casa non si mosse.

I maialini tirarono un sospiro di sollievo e gridarono al lupo: “Vattene! Questa volta non hai nessuna possibilità di entrare. Questa casa è forte e non cadrà. Puoi soffiare quanto vuoi!”.

Il lupo pensò molto sul da farsi. La porta era inchiodata saldamente e non riusciva a pensare come avrebbe potuto spostarla, ma prese lo stesso la rincorsa e la colpì con tutta la sua forza. Bang!

“Ahi, ahi, fa male!”, piagnucolò il lupo.

Si sedette a terra tristemente, con la spalla dolorante per l'urto contro la porta, mentre cercava di pensare a un altro modo per entrare. Improvvisamente vide il comignolo e capì che quella era la sua occasione. “Non hanno modo di chiuderlo!”, pensò. “Mi arrampicherò sul tetto e scivolerò giù per il camino fin dentro la casa”.

Quando i maialini videro cosa stava facendo il lupo, si spaventarono. Non avevano pensato a questa possibilità.

“Cosa faremo?” chiese Timmy. “Il lupo scivolerà giù dal camino e ci mangerà tutti e tre!”.

Gimmy era spaventato, ma si ricompose subito. Prese della legna e accese rapidamente il fuoco. A questo punto il lupo era già a metà del camino e, quando il fumo denso cominciò a salire, rimase bloccato.

“Aiuto, aiuto!”, gridò.

La pressione nel camino cominciò a crescere e, all'improvviso, si sentì un enorme botto come se fosse stato sparato un colpo di cannone. Il lupo volò fuori dal camino come un proiettile e atterrò a chilometri di distanza, tutto impigliato nei rovi appuntiti ai margini del bosco. I maialini, finalmente, si rilassarono e si misero a ridere e a festeggiare il fatto di essere scampati al pericolo.

“Ora dovete costruire anche voi delle case di mattoni vere e proprie!”. Disse Gimmy serio.

Timmy e Tommy concordarono senza pensarci due volte. Ci sarebbe stato tempo più tardi per giocare! Avevano imparato sulla loro pelle quanto potesse essere pericoloso lavorare in modo veloce e approssimativo, così chiesero a Gimmy di insegnare loro a costruire le proprie case. Per il resto della loro vita, vissero sicuri e felici nel loro prato e il lupo cattivo non li disturbò mai più.

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