La famiglia Ragno viveva in un piccolo e accogliente casolare. Alla signora Ragno piaceva che la sua casa fosse linda e ordinata. Tutto doveva essere al suo posto e scintillante. Il signor Ragno, invece, era un vero e proprio pigrone. Era indolente come una lumaca e se ne stava tutto il giorno davanti alla televisione. La signora Ragno era disperata. Come poteva fare in modo che il marito collaborasse un po' e iniziasse a occuparsi della casa?
Era un sabato pomeriggio e, come tutti i giorni, il signor Ragno stava guardando una partita di calcio.
“Nancy cara, mi porteresti dei biscotti? Non posso allontanarmi dalla partita: stanno per segnare”, disse il signor Ragno.
“Suvvia, Spencer, prenditeli tu. Stai tutto il giorno a guardare la televisione, non fai altro. Cosa ti costerebbe darmi una mano ogni tanto? Sono stufa di cucinare, lavare, stirare, spolverare, passare l'aspirapolvere e fare i piatti”, sbottò la signora Ragno.
“Oh, come se non avessi cambiato la lampadina quella volta”, ribatté lui.
“È stato almeno sei mesi fa”, disse la signora Ragno, scuotendo la testa.
Il signor Ragno si sentiva in imbarazzo perché sua moglie aveva ragione. Tuttavia, voleva togliersela di torno e guardare la partita. “In ogni caso, non riuscirei a fare niente così bene. Non riuscirei mai a piegare le lenzuola come te o a cucinare pasti altrettanto deliziosi”.
Nancy Ragno, per un attimo, si sentì lusingata. Ma, in fondo, sapeva che lui l'aveva detto solo perché lei lo lasciasse in pace. Stanca e triste, si sedette in cucina e si mise a piangere.
D'un tratto, sentì una voce dolce e squillante: “Non preoccuparti, Nancy, siamo qui per aiutarti. Insegneremo a tuo marito a fare le faccende domestiche”.
“Chi è che parla? Dove sei?”, chiese sorpresa la signora Ragno.
“Siamo le…